Oggi parliamo dell’acqua da bere, come sceglierla.
Davanti al reparto acqua del supermercato il più di noi si sentono sempre persi e finisco, ogni volta, per comprare la solita marca, che di solito coincide con anche la più economica. Tanto ogni acqua vale l’altro, no? Ecco, non c’è errore più grande che possiamo commettere!
E se è vero che il nostro corpo è composto per la maggior parte da acqua e che dovremmo berne almeno due litri al giorno, allora sarebbe il caso di prestare maggiore attenzione, perché in fondo quello che beviamo è quello che siamo!
E se per capire cosa beviamo e per imparare a fare scelte più consapevoli per il nostro organismo dobbiamo semplicemente imparare a leggere le etichette delle bottiglie, ne vale davvero la pena!
Di seguito tratteremo i valori consigliati a cui si fa riferimento più spesso acquistando l’acqua.
Acqua da bere: Il Valore del PH
Questo valore fa riferimento all’acidità o basicità di un liquido, e per legge il suo valore suggerito è intorno al 7 (su un range che va da 0 a 14), ed indica un’acqua che dal punto di vista dell’acidità è neutra. Più nello specifico, questo valore, analizza la presenza di ioni d’idrogeno nei liquidi. È importante perché utile per rallentare il processo di invecchiamento e di ossidazione del corpo umano. ne abbiamo parlato nel precedente Articolo dedicato al Ph Ideale dell’acqua da Bere.
LA DUREZZA dell’Acqua da bere
Questo valore fa riferimento alla presenza del carbonato di calcio (più banalmente calcare), fattore che influenza in modo decisivo il sapore che la nostra acqua avrà. Non esiste nella legge italiana un obbligo nei valori, ma c’è un range consigliato tra cui oscillare. Quelle con durezza bassa sono dette anche dolci, sono quelle oligominerali o di montagna; quelle con valori più alti sono le più dure e le più pesanti.
Dobbiamo anche considerare che ormai numerosi studi hanno sfatato il mito per cui acque più dure, e quindi con maggiore calcare, provochino danni all’organismo umano, come ad esempio i calcoli. È invece confermato che tali acque possono danneggiare alcuni elettrodomestici o rubinetti.
Più banalmente bere un’acqua più dura significa avere un liquido più ricco di sali minerali e con una maggiore capacità dissetante e viceversa. È quindi sempre consigliato alternare acque con livelli di durezza diversi, preferendo in estate quelle più dure che ci aiutano a reintegrare i minerali persi, ed in inverno quelle più dolci.
IL RESIDUO FISSO dell’acqua
È calcolato in mg/l, ed indica la quantità di minerali inorganici, più comunemente sali minerali, contenuti nell’acqua. Facendo ipoteticamente evaporare un litro d’acqua a 180 gradi, quanto residuo solido rimane?
Nelle bottiglie a volte troviamo l’acronimo RF ad indicare questo valore che dovrebbe aggirarsi intorno a grandezze dai 50 ai 1500 mg/l. Quelle con valori minori sono le più leggere, dotate di meno sali minerali e viceversa. Il diverso valore indica un diverso tipo di acqua e nello specifico:
– minimamente mineralizzata: RF minore di 50 mg/l, molto leggera consigliato per un uso quotidiano, per i bambini e per chi soffre di problemi ai reni, per non affaticarli;
– oligominerale: RF tra i 50 e i 500 mg/l, molto comune, con una buona funzione come diuretico;
– minerali: RF tra i 500 e i 1500 mg/l, sono suggerite in alternanza con altre acque, hanno tuttavia una buona funzione, soprattutto d’estate, nel reintegrare i liquidi;
– ricche di Sali minerali: RF maggiore di 1500 mg/l, vanno consumate solo se sotto prescrizione medica o di personale specializzato.
NITRATI E NITRITI presenti nell’acqua
Il primo valore, legato ai cicli di decomposizione dell’azoto naturale e artificiale, deve essere basso, per non danneggiare l’organismo umano.
Nello specifico deve avere un valore massimo di 50 mg per litro d’acqua. Ingerirne eccessive quantità potrebbe rendere difficile da parte del nostro organismo, specialmente nei neonati, il trasporto di ossigeno da parte del sangue.
I secondi sono la conseguenza della decomposizione dei primi e devono avere un valore non maggiore di 0.50 mg/l.
SOLFATI attenzione ai valori alti
Indicano possibili alterazioni microbiologiche presenti nell’acqua. Dobbiamo prestare particolare attenzione a questo valore, assicurandoci che questo sia conforme alle norme.
Valori troppo alti indicano infatti microbi nell’acqua. Queste grandezze non devono mai superare i 250 mg/l.
CLORO purifica e disinfetta
Prima di essere imbottigliata, l’acqua viene purificata e disinfettata, per ridurre la possibilità di rischi microbiologici. Queste sostanze purificanti però non riescono ad essere poi rimosse completamente.
Non dovrebbero tuttavia superare il valore massimo di 0.2 mg/l. Scopri le proprietà chimiche del cloro.
Questo è un altro fatto che inficia il gusto che poi noi percepiremo bevendo la nostra acqua.
Una volta compreso che tutte le acqua sono differenti, possiamo quindi dire anche che non esiste una determinata acqua da bere migliore delle altre, ma bisogna analizzare le proprie esigenze e comprendere, etichetta alla mano quale faccia al caso nostro. L’ideale sarebbe alternare periodicamente le varie acque utilizzate.
È importante, anche se sembra banale, ricordare che anche l’acqua scade: se in bottiglie di plastica dura al massimo 18 mesi, mentre quelle in vetro guadagnano un po’ nella durata, arrivando fino ai 24 mesi.